Previdenza

Proroga selettiva e differenziata per la cassa Covid

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Riunione dopo riunione inizia a prendere forma il piano del governo per uscire, gradualmente, dalle misure emergenziali, da far confluire nel prossimo decreto Ristori. Si va verso una disciplina “differenziata” e “selettiva” degli aiuti: per i settori non coperti dagli ammortizzatori ordinari, ancora in crisi e con una prospettiva più lenta di uscita dagli effetti della pandemia, si starebbe ragionando su ulteriori 26 settimane di cassa integrazione Covid-19, utilizzabili quest’anno forse nell’arco di un biennio. Fino a Natale (o un po’ prima, dipende dalle risorse finali disponibili) l’ammortizzatore, destinato a sostituire Cig in deroga e assegno ordinario (Fis), sarebbe gratuito. Dal 2022 - nell’ambito della riforma degli ammortizzatori - per le imprese utilizzatrici scatterebbe un aumento dello 0,65 dell’aliquota fissa per garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria della cassa, che potrebbe così diventare, a regime, lo strumento di sostegno al reddito delle piccole aziende.

Si sta ragionando sui settori coinvolti dalle nuove 26 settimane: secondo le prime ipotesi rientrerebbero il commercio, le piccolissime imprese non artigiane sotto i 5 dipendenti (a regime non coperte neppure dal Fis), il turismo, la ristorazione. Forse le fiere e i congressi e una fetta della cultura, ad esempio, gli spettacoli dal vivo.

Discorso diverso invece per tutto il comparto industriale, l’edilizia e i trasporti: per costoro il governo ipotizza, dopo il 31 marzo, una nuova tranche di 4-6 settimane di cassa Covid-19, gratuita. Al termine, quindi in primavera inoltrata, la manifattura tornerebbe ad utilizzare i propri ammortizzatori ordinari, onerosi e con tetti nelle durate (24, in determinati casi 36 mesi di sussidio, in un quinquennio mobile), che avranno il contatore pregresso sostanzialmente azzerato.

La nuova tranche di 26 settimane di Cig per i settori non industriali e le 4-6 settimane per l’industria, secondo le primissime stime, hanno un costo tra i 6 e 7 miliardi di euro. Si aggiungono alla proroga di 12 settimane di cassa Covid-19 della legge di Bilancio che per i percettori dell’assegno ordinario e della Cig in deroga sono utilizzabili nell’arco di tempo compreso dal 1° gennaio al 30 giugno (creando, peraltro, una disparità con la Cig ordinaria Covid-19 che finisce invece il 31 marzo).

Del resto, è stato ieri lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a confermare l’intenzione dell’esecutivo, nel decreto Ristori, di prolungare la Cig Covid-19, in modo «selettivo», in alcuni settori più colpiti. Il tema è delicato e si lega a strettamente al divieto di licenziamento, che potrebbe proseguire, anche oltre l’attuale scadenza del 31 marzo, per i settori più colpiti, che utilizzeranno le nuove settimane di Cig. In linea generale dovrebbe valere il principio che nel periodo in cui un’azienda utilizza la cassa Covid-19 gratuitamente, non può licenziare. Si pensa di mettere comunque un “tetto” al divieto che è in vigore ininterrottamente in modo generalizzato dallo scorso 17 marzo; si starebbe pensando anche per chi ricorre alla cassa Covid-19 di limitare il divieto fino al 30 giugno (ma una decisione finale ancora non è stata presa). «Abbiamo prorogato già la Cig Covid-19, non c’è dubbio che occorra prolungare la disponibilità di questo ammortizzatore straordinario e renderlo disponibile per i mesi successivi, se necessario - ha spiegato il ministro Gualtieri-, serve anche una selettività nella proroga ulteriore del blocco dei licenziamenti in alcuni settori e tornare alla normalità in settori meno impattati».

Sul tema è previsto un nuovo incontro in videocollegamento con i ministri Gualtieri e Catalfo e le parti sociali: il prossimo 25 gennaio toccherà ai sindacati, il 26 alle aziende. «Stiamo studiando un mix di interventi per accompagnare nel 2021 le imprese e i settori più colpiti dall’emergenza coronavirus fuori dalla crisi – sostiene la sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi – riportandoli verso la normalità. Il sistema di ammortizzatori sociali verrà ulteriormente rafforzato nel 2022».

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