Previdenza

Fondo bilaterale attività professionali, arrivano le istruzioni dell’Inps

di Mauro Pizzin

Con la pubblicazione della circolare Inps 77/2021, di ieri, diventa finalmente operativo il nuovo fondo di solidarietà bilaterale destinato a garantire l'occupazione dei lavoratori impegnati nel settore delle attività professionali nei casi di riduzione o sospensione dell'attività lavorativa. Il fondo, frutto dell'accordo raggiunto nell'ottobre 2017 fra Confprofessioni e le organizzazioni sindacali Filcams, Fisascat e Uiltucs, recepito con decreto interministeriale Lavoro-Mef del 27 dicembre 2019 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale 53 del 2 marzo 2020, che lo ha istituito presso l'Inps, era poi rimasto in stand-by in attesa della nomina del Comitato amministratore (di cui va ancora scelto il presidente), avvenuta lo scorso 20 maggio.

Lo strumento interesserà circa 35.500 attività professionali e oltre 300mila lavoratori e amplierà il perimetro di copertura ai datori di lavoro che occupano mediamente almeno 3 dipendenti, mentre la media attuale per l'accesso al Fis – in cui rientravano sinora i settori interessati dal nuovo fondo - deve essere superiore a 5. Dal conteggio sono esclusi i dirigenti, mentre sono inseriti gli assunti con contratto di apprendistato professionalizzante.

«Il via all'operatività del fondo è estremamente importante - sottolinea il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella - anche alla luce del tavolo che vuole il ministro Orlando per fornire tutele a tutti i lavoratori a prescindere dal comparto di appartenenza, e a maggior ragione nel caso del lavoro autonomo, che prima del Covid poteva contare solo sulla cassa in deroga. Con questo fondo, a conferma del nostro senso di responsabilità sui temi di grande impatto sociale, abbiamo anche allargato la sfera di applicazione ai lavoratori attualmente non coperti dal Fondo di integrazione salariale».

Nella circolare l'Inps ricorda che sono tenuti a finanziare il fondo i datori di lavori impegnati nei settori di attività professionali individuate nei codici Ateco riportati in una tabella allegata al documento: si tratta di una platea ampia, che spazia dagli studi legali a quelli notarili e dei consulenti del lavoro, dalle farmacie ai commercialisti, dai centri di radiologia ai laboratori di analisi cliniche. Il fondo potrà contare su entrate annuali stimate in almeno 40 milioni derivanti dai contributi versati per due terzi dai datori di lavoro e un terzo dai dipendenti interessati, pari allo 0,45% della retribuzione imponibile a fini previdenziali per le attività che hanno in media più di tre addetti e allo 0,65% per quelle con più di 15 addetti. A queste somme andrà aggiunto dal datore di lavoro, nel caso di ricorso all'assegno ordinario, un contributo addizionale del 4% delle retribuzioni perse dai lavoratori che fruiscono della prestazione.

L'assegno ordinario – ricorda l'Inps - potrà essere erogato a fronte delle causali previste per Cigo e Cigs, per una durata di 12 mesi in un biennio mobile (con la previsione di altre 26 settimane per le attività oltre i 15 dipendenti) e 24 mesi in un quinquennio. L'Inps indica anche le modalità di compilazione del flusso uniemens ai fini del versamento del contributo ordinario dovuto per le mensilità da marzo 2020 ad aprile 2021 e fa presente che la regolarizzazione delle competenze arretrate dovrà avvenire entro il 16 agosto prossimo; entro la stessa data, inoltre, potrà essere recuperato il contributo ordinario al Fis erogato per lo stesso periodo dai datori di lavori aderenti al nuovo fondo.

Saranno considerate valide le domande presentate a partire dalla data di costituzione del Comitato amministratore del fondo, quindi dal 20 maggio, e relative a eventi di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa decorrenti al più tardi dai 15 giorni precedenti. Fino a quella data i datori di lavoro potranno continuare a presentare domanda al fondo di provenienza. L'intervento sul fronte del sostegno economico al lavoratore potrebbe, tuttavia, non essere il solo obiettivo del fondo, che potrebbe fare da capofila nell'ambito di un processo di integrazione fra politiche passive e attive. «La nostra intenzione - ha sottolineato il numero uno di Confprofessioni – resta anche quella di coinvolgere i fondi interprofessionali che si occupano di formazione, in modo da offrire al dipendente non solo un assegno di sostegno ma anche un aiuto sul fronte del ricollocamento».

La circolare n 77/2021 dell'Inps

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