Adempimenti

Ammortizzatori, i 20 miliardi Ue in arrivo solo tra luglio e settembre

di Marco Rogari e Claudio Tucci

Una richiesta di Sure da 30 miliardi di euro con l’obiettivo di riuscire a utilizzarne almeno più di 20. È quella che, come anticipato dal Sole 24 Ore, è stata formalmente inoltrata dal governo a Bruxelles. Che ora dovrà rispondere sulla dote effettiva. Con tempi che rischiano però di non essere troppo brevi. Come ha anche lasciato intendere il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, i prestiti potrebbero scattare dopo l’estate, forse a settembre (e comunque non prima di luglio), a ridosso della preparazione della nuova legge di Bilancio.

I fondi che ci assegnerà sotto forma di prestiti con “garanzia” l’Europa - e che sono stati chiesti da 11 Paesi Ue - serviranno per rafforzare le misure a sostegno dell’occupazione; e quindi, la fetta principale della dote sarà utilizzata per gli ammortizzatori sociali, che l’Esecutivo, forte anche degli emendamenti presentati dalla propria maggioranza al Dl Rilancio, è intenzionato a rafforzare e a prolungare almeno fino a dicembre.

Il “nodo ammortizzatori” esploderà con evidenza nei prossimi giorni, forse già la prossima settimana, quando diverse imprese che hanno chiesto la cassa integrazione d’emergenza all’inizio della crisi sanitaria si troveranno ad aver terminato le 9+5 settimane di ammortizzatore riconosciuto dai decreti Marzo e Rilancio; e, a legislazione vigente, dovranno attendere il 1° settembre per poter chiedere le ulteriori 4 settimane, con il divieto di licenziamenti (per motivi economici) in vigore, ininterrottamente, dal 17 marzo e fino al 17 agosto.

Il tema è delicato. Da giorni il governo (con il Mef in testa) è a caccia delle risorse necessarie per consentire alle imprese di utilizzare “in fila” anche le altre 4 settimane, senza cioè dover attendere il 1° settembre. Lo stesso ministro Roberto Gualtieri non ha escluso la possibilità di ricorrere a un nuovo scostamento del disavanzo per “tamponare” alcune emergenze, in primis proprio la cassa integrazione. Sulla nuova richiesta di deficit, che dovrebbe oscillare tra gli 8 e i 10 miliardi, sta lavorando la maggioranza con l’obiettivo di sottoporla al Parlamento in tempi brevi per la necessaria autorizzazione. Le risorse dello Sure, arrivando dopo, serviranno come “copertura” ulteriore.

Con i nuovi fondi il governo dovrebbe consentire di “ammorbidire” il termine del 1° settembre, permettendo alle imprese con sussidi d’emergenza esauriti di poter “anticipare” le nuove settimane. Inoltre, le risorse aggiuntive, comprese quelle Ue, serviranno ad allungare il periodo di fruizione degli ammortizzatori emergenziali almeno fino a dicembre (il ministro Nunzia Catalfo vorrebbe prorogare fino a fine anno, assieme alla Cig, anche il divieto di licenziamento); e ad abbozzare la revisione complessiva degli ammortizzatori semplificandoli e legandoli di più e meglio con le politiche attive.

«Le difficoltà maggiori sono sul mercato del lavoro – ha detto Marco Leonardi, consigliere economico del ministro, Roberto Gualtieri –. Con i fondi Sure puntiamo, perciò, a coprire tutte le misure che salvaguardano l’occupazione».

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