Rapporti di lavoro

Controlli fiscali in studio con limiti stringenti

di Laura Ambrosi e Antonio Iorio

Per i professionisti sono in arrivo nei prossimi mesi nuove lettere di compliance e ulteriori controlli.

In particolare secondo le direttive centrali, le lettere interesseranno professionisti selezionati in base ad una specifica modalità, che tiene conto non solo dei compensi certificati dai sostituti d’imposta, ma anche delle informazioni trasmesse dal contribuente stesso mediante il “Modello polivalente comunicazioni delle operazioni rilevanti ai fini Iva” (il cosiddetto spesometro), con particolare riferimento alle prestazioni effettuate nei confronti di consumatori finali che non abbiano agito quali sostituti di imposta.

Negli ultimi anni, l’agenzia delle Entrate ha elaborato metodologie di controllo per ciascuna tipologia di professione fornendo indicazioni precise sugli elementi da controllare in occasione di una verifica ad un professionista (si vedano i dettagli nelle schede in basso).

Esistono però delle regole generali cui i verificatori, siano essi militari della Guardia di Finanza o funzionari dell’Agenzia, devono attenersi che quindi è bene tener presente. Ad esempio, le direttive dell’Agenzia sollecitano i verificatori a prestare particolare attenzione a quei professionisti che, seppure dichiarino un ammontare elevato di compensi, deducono un importo cospicuo di costi che abbattono in maniera significativa il reddito imponibile.

Le indagini pre-verifica

Di norma, prima di avviare una verifica viene eseguito un controllo preliminare sulla posizione del soggetto. In genere i verificatori acquisiscono notizie preliminari per programmare al meglio l’attività.

In anagrafe tributaria esistono già importanti informazioni, reddituali e non, che consentono un primo inquadramento del professionista. Ulteriori dati poi, sono raccolti mediante Internet (motori di ricerca quali Google o altri, siti web, ecc), attraverso l’accesso a banche dati online di altre istituzioni o studi statistici sul settore di appartenenza. In alcuni casi la guardia di Finanza, se necessario, effettua anche appostamenti nelle adiacenze della sede del professionista.

L’accesso

I verificatori possono iniziare accedendo ai locali nella disponibilità del professionista soprattutto se suggerito da determinate esigenze quali il rilevamento del personale dipendente, delle dimensioni dello studio, della mole di lavoro.

Se l’attività professionale viene svolta in locali cosiddetti promiscui (destinati cioè anche a dimora abituale) oltre all’autorizzazione del capo dell’ufficio o del comandante del reparto della Finanza, è necessario anche una sorta di “benestare” dalla Procura, per la cui richiesta non servono particolari requisiti.

Nella più rara ipotesi, invece, in cui i verificatori intendano accedere all’abitazione del professionista (non adibita anche a studio) occorre l’autorizzazione della Procura che viene rilasciata solo in presenza di gravi indizi di evasione da indicare nella richiesta. In ogni caso, per le attività professionali è necessaria la presenza del titolare dello studio o di altra persona delegata.

Nel caso in cui più professionisti esercitino la loro attività in diversi locali dello stesso studio, ognuno ha diritto ad essere presente all’accesso nei singoli locali dove è̀ custodita la propria documentazione.

Se invece la verifica riguarda un singolo professionista dello studio associato, occorre individuare i locali di sua esclusiva pertinenza poiché solo in questi potrà essere operato l’accesso, con esclusione quindi dei luoghi riconducibili ad altri professionisti.

Per ogni accesso e per ogni giornata di verifica è redatto un verbale nel quale sono riepilogate le attività quotidianamente svolte, eventuali richieste avanzate e le risposte del contribuente. Al termine della verifica è redatto un verbale conclusivo (Processo verbale di accertamento) nel quale sono contenute le contestazioni. A questo punto l’Agenzia, cui viene inviato il Pvc, deve attendere almeno 60 giorni prima di emettere l’atto impositivo per consentire al professionista di presentare osservazioni sulle contestazioni mosse. Ma occorre valutare bene se muovere osservazioni, che spesso sono considerate dall’ufficio al solo fine di meglio motivare il successivo accertamento e non per rivedere la propria posizione rispetto al Pvc.

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