Rapporti di lavoro

Il lavoro dopo il Covid-19

di N.T.

L'emergenza Covid-19 ha determinato molti cambiamenti temporanei al modo di lavorare e alle norme che regolano il rapporto tra azienda e dipendenti. Da un lato c'è stata un'accelerazione di alcuni processi già in atto. Basti pensare all'attività da remoto che, da possibilità attivata da un numero relativamente limitato di aziende (smart working), è diventata la normalità per milioni di lavoratori (home working). Un cambiamento radicale che influirà sulle modalità di lavoro anche nel post emergenza.

Ma aziende e lavoratori hanno dovuto utilizzare gli strumenti normativi disponibili anche per garantire maggiore flessibilità della prestazione lavorativa, per esempio sottoscrivendo accordi per l'utilizzo solidale delle ferie, la modifica degli orari, in alcuni casi la riduzione concordata della retribuzione.

In questa fase, inoltre, le aziende sono ancora alle prese con i protocolli di salute e sicurezza per tutelare i dipendenti dal pericolo di contagio, adempimenti non facili da implementare e che comportano ricadute per quanto riguarda la responsabilità civile e penale dei datori di lavoro. Contemporaneamente si sta facendo ampio ricorso agli ammortizzatori sociali speciali messi in campo dal Governo per fronteggiare le ricadute negative sul fronte occupazionale.

Infine sta emergendo la necessità di fare un tagliando agli accordi da cui dipendono i premi di produttività e i programmi welfare, perché la pandemia ha cambiato da un lato le condizioni e le possibilità di incremento delle performance aziendali e, dall'altro, le priorità dei lavoratori.

Si è creato una sorta di grande cantiere, in cui vengono utilizzati strumenti nuovi o si declinano in modo differente possibilità già concesse dalla normativa vigente. Tutti questi aspetti, e altri ancora, sono affrontati nella guida “Il lavoro dopo il Covid-19”: un aiuto per orientarsi nelle regole del lavoro alla luce del coronavirus, disponibile domani con il quotidiano.

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