Rapporti di lavoro

La proroga del lavoro agile semplificato rimanda l’accordo individuale

di Aldo Bottini

Alla fine la proroga dello stato di emergenza, pur tra mille polemiche, arriverà. Questo comporta, tra le altre cose, che è prorogata la possibilità di effettuare lo smart working in forma semplificata, prescindendo dall'accordo individuale. Le aziende possono tirare un sospiro di sollievo.

Nei giorni scorsi, infatti, si era profilata la necessità, per chi volesse continuare a mantenere tutti o una parte dei lavoratori in lavoro agile (anche per ottemperare ai protocolli di sicurezza che impongono una rarefazione delle presenze fisiche nei luoghi di lavoro) di far sottoscrivere a stretto giro accordi a ogni singolo dipendente coinvolto. Con le difficoltà (anche pratiche e operative) facilmente immaginabili, e con la possibilità che eventuali rifiuti a sottoscrivere portassero a rientri in ufficio non programmati, tali da mettere in crisi la gestione delle presenze in funzione anti contagio.

Il ministero del Lavoro, per parte sua, si era fatto carico di semplificare la procedura di comunicazione sul portale cliclavoro, anche in caso di mancata proroga dello stato di emergenza. Ma ciò non eliminava il tema dell'accordo individuale.

Ora si può continuare come prima sino al 15 ottobre. C'è più tempo per prepararsi al ritorno dello smart working al regime ordinario, caratterizzato appunto dall'accordo delle parti, che secondo la legge 81/2017 (è bene ricordarlo) deve essere fatto in forma scritta ai fini della regolarità amministrativa e della prova e deve contenere una serie ben definita di elementi, che vanno adeguatamente ponderati, anche alla luce dell'esperienza di questi mesi. Sarà quindi opportuno non aspettare la prossima scadenza per riflettere sulla formulazione più adeguata dell'accordo che prima o poi bisognerà pur stipulare (o rivedere per chi già l'avesse).

Perché la legge al momento pone comunque un limite invalicabile: anche se lo stato di emergenza (malauguratamente) dovesse protrarsi oltre il 31 dicembre 2020, a questa data verrebbe comunque meno, per quanto riguarda lo smart working, la deroga all'integrale applicazione della legge 81/2017.

È in ogni caso necessario già ora verificare la regolarità delle comunicazioni amministrative relative al personale in lavoro agile: chi avesse inserito nel portale del ministero la scadenza del 31 luglio dovrà naturalmente aggiornarla. La proroga dello stato di emergenza trascina poi con sé anche il regime delle priorità e dei diritti al lavoro agile che si è andato stratificando in questi mesi nei vari provvedimenti.

Anzitutto il diritto a svolgere la prestazione in modalità agile per i dipendenti disabili gravi o che abbiano un disabile grave nel nucleo familiare, e la priorità nell'accoglimento delle richieste per i lavoratori affetti da gravi e comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa e da quelli immunodepressi o familiari conviventi di persone immunodepresse (Dl cura Italia).

Poi il ben più ampio diritto allo smart working per i lavoratori genitori con almeno un figlio minore di 14 anni previsto dal Dl rilancio, sempre che nel nucleo familiare non vi sia un altro genitore inoccupato o beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, oltre che per i dipendenti maggiormente esposti a rischio di contagio. Naturalmente il diritto è sempre e in ogni caso condizionato alla compatibilità di tale modalità lavorativa con le caratteristiche della prestazione.

Resta ferma invece, a prescindere dall'emergenza Covid, la priorità nell'accoglimento delle richieste di smart working per le lavoratrici nei tre anni successivi al congedo di maternità e i genitori con figli in condizioni disabilità, prevista in via generale dalla legge di bilancio 2019.

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