Rapporti di lavoro

Assunzioni: sconti da 125 a 500 euro al mese ai datori

di Ornella Lacqua, Valentina Melis e Alessandro Rota Porta

Risparmi da 125 a 500 euro mensili sul costo del lavoro per i datori che assumeranno nel 2021. Potrebbero portarli in dote i nuovi incentivi contributivi previsti dal disegno di legge di Bilancio per l’anno prossimo. Le elaborazioni del Sole 24 Ore del Lunedì su quattro profili professionali alla prova dei bonus rivelano, ad esempio, che per assumere un impiegato del commercio con lo sgravio per gli under 36 o per le donne l’azienda può risparmiare il 16% del costo totale mensile del lavoratore. Il risparmio sale quasi al 22% per chi assumerà un cameriere in un ristorante. Con le stesse agevolazioni, per un operaio dell’industria il risparmio mensile è del 19,5 per cento.

In termini di costi, comunque, l’apprendistato vince sempre: con questa formula contrattuale, infatti, il risparmio prescinde dai nuovi incentivi, perchè il lavoratore può essere retribuito meno (con un sottoinquadrameno fino a due livelli) e i contributi a carico del datore valgono un terzo di quanto dovuto per i lavoratori non apprendisti.

La manovra

Oltre a rifinanziare e a prorogare la cassa integrazione, dunque, per chi ha sospeso o ridotto l’attività a causa del Covid (sono coinvolti oltre sei milioni di lavoratori), la manovra punta a sostenere l’occupazione premendo l’acceleratore sugli incentivi alle assunzioni. Nonostante il blocco dei licenziamenti, infatti, che dovrebbe restare ancora in vigore fino a marzo, secondo gli ultimi dati Istat mancano ancora 330mila occupati per ritornare ai livelli di febbraio. Come hanno rilevato più fonti, tra le quali Bankitalia, a fare le spese della crisi economica legata all’epidemia sono stati soprattutto giovani, donne, e precari.

La manovra si affida a un tris di incentivi che sono il potenziamento di misure già esistenti, ciascuna rivolta a una platea specifica di beneficiari.

Bonus giovani e donne e decontribuzione al Sud

I bonus più corposi, pari al 100% dei contributi, se si guarda al risparmio mensile, sono destinati a chi assumerà giovani fino a 36 anni e donne disoccupate. Per queste due categorie, lo sgravio contributivo potrà arrivare fino a 6mila euro all’anno (500 euro al mese).

Il primo incentivo era già previsto per gli under 35 fino al 2020 e per gli under 30 dal 2021 (legge 205/2017). Si applica alle assunzioni a tempo indeterminato o alle stabilizzazioni di contratti a termine. Per il 2021 e il 2022 lo sgravio si estende agli assunti under 36. L’aiuto durerà per tre anni, che diventano quattro per le assunzioni in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

L’Inps fa sapere che tra gennaio e agosto 2020, 50.486 rapporti di lavoro (27.505 assunzioni e 22.981 trasformazioni a tempo indeterminato) hanno usufruito dell’esonero triennale previsto per gli under 35 (-32% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). I rapporti che hanno beneficiato di questo incentivo rappresentano il 5% del totale dei rapporti a tempo indeterminato attivati (assunzioni + trasformazioni).

Per quanto riguarda l’incentivo destinato alle donne, il bonus potenziato dalla manovra è quello previsto dalla legge «Fornero» (legge 92/2012, articolo 4, commi 8 e seguenti), che passerà dal 50% al 100% dei contributi dovuti, sempre fino a 6mila euro all’anno. Le destinatarie dell’assunzione dovranno essere donne disoccupate da sei mesi se residenti al Sud e da 24 mesi se residenti nel resto d’Italia. A differenza dell’incentivo per i giovani, questo bonus premia non solo le assunzioni a tempo indeterminato ma anche quelle a termine (solo che in questo caso l’incentivo dura 12 mesi anziché 18).

La manovra prolunga poi fino al 2029 lo sgravio del 30% dei contributi per i lavoratori del Sud introdotto dal Dl Agosto per quest’anno (Dl 104/2020, articolo 27): in questo caso, sono premiati tutti i rapporti di lavoro, anche quelli in corso (cioè non solo le nuove assunzioni). Lo sconto diventerà via via meno consistente a partire dal 2026 (si ridurrà prima al 20% poi al 10% dei contributi dovuti).

L’impatto degli incentivi

Mediamente, a parte anni particolari, la quota di rapporti a tempo indeterminato agevolati sul piano contributivo rispetto al totale dei rapporti stabili attivati è intorno al 10 per cento. Nel 2019 gli sgravi contributivi sono costati allo Stato 14,7 milioni di euro. La difficoltà di gestione e i vincoli imposti dalle diverse norme (con il rischio di perdere gli incentivi e di doverli restituire) possono scoraggiare però un ampio ricorso a queste misure da parte delle aziende.

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