Agevolazioni

Assegno unico per i figli: pesano immobili e risparmi

Fondazione consulenti del lavoro: le prime elaborazioni sul nuovo aiuto per le famiglie rivelano il ruolo dell’Isee come filtro di accesso. A parità di reddito conteranno patrimoni mobiliari e immobiliari

di Michela Finizio e Valentina Melis

Nel calcolo del nuovo assegno unico per i figli minori di 21 anni, al via da marzo 2022, diventeranno decisivi gli immobili posseduti dai genitori, con effetti diretti sull’Isee, così come i patrimoni e i risparmi in banca finora non rilevanti nell’attuale sistema di detrazioni per carichi familiari e assegni al nucleo. Il passaggio al nuovo aiuto economico mensile poi premierà alcune tipologie di famiglie, come quelle numerose o i nuclei monoreddito, ad esempio le madri single.

Sono alcune conclusioni che si possono trarre dalle prime elaborazioni curate dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro per Il Sole 24 Ore del Lunedì, sull’impatto della nuova misura a sostegno della natalità e delle famiglie.

L’Isee come filtro

I primi esempi di calcolo rivelano il ruolo determinante di filtro che nel nuovo sistema avrà l’Isee, l’indicatore della situazione economica in base al quale sono modulati gli importi dell’assegno. Finora infatti le detrazioni Irpef per i familiari a carico e gli assegni al nucleo erano calibrati sul reddito, quello individuale per gli sgravi fiscali e quello complessivo del nucleo per gli Anf (che spettano solo se deriva per almeno il 70% da lavoro dipendente). La fotografia della situazione economica della famiglia basata sull’Isee, invece, considera il reddito ma anche il patrimonio, mobiliare e immobiliare, e l’indicatore diminuisce all’aumentare del numero dei figli. Rileveranno così anche le giacenze medie dei conti correnti, eventuali conti di deposito, buoni fruttiferi, premi assicurativi oppure le automobili possedute. Chi sceglierà di non esibire l’Isee, percepirà l’assegno unico nella sua misura minima, di 50 euro mensili per figlio, maggiorati di 15 euro per i figli dal terzo in poi.

I primi due esempi pubblicati qui a fianco, riferiti a una famiglia di quattro componenti con due figli ed entrambi i genitori lavoratori dipendenti, rivelano che a parità di reddito (53mila euro), un Isee differente, ad esempio per effetto di eventuali patrimoni o risparmi, fa cambiare in modo rilevante l’importo dell’assegno: da 271 euro mensili nel primo caso si può scendere a 113 euro nel secondo.

«Gli esempi applicativi - afferma Paola Mancini della Fondazione nazionale consulenti del Lavoro - in generale rilevano un incremento degli importi percepiti dalle famiglie, ma in alcuni casi un Isee più alto, condizionato ad esempio dalla presenza di immobili di proprietà, determina un peggioramento rilevante della situazione rispetto al passato».

I non coniugati e la salvaguardia

Nel caso dei genitori conviventi non coniugati, oggi gli assegni al nucleo familiare possono essere richiesti dal genitore con il reddito più basso: questo comporta un maggiore vantaggio sul fronte degli importi mensili. Con il nuovo assegno unico, come emerge dal terzo esempio, i due genitori andranno a formare un unico nucleo a fini Isee, su cui pesano i redditi di entrambi.

Nel passaggio il beneficio annuo resta “stabile”, ma c’è però una variabile importante da considerare: il decreto attuativo dell’assegno unico approvato dal Consiglio dei ministri di giovedì scorso prevede una sorta di”paracadute” per le famiglie con un Isee fino a 25mila euro, valido fino al 1° marzo 2025. In pratica, si tratta di una maggiorazione per chi già percepiva gli assegni al nucleo, per evitare una perdita negli importi mensili: sempre nel terzo esempio (con Isee stimato a 21.954,89 euro), questa maggiorazione arriva a sfiorare i 700 euro all’anno. Una compensazione importante, dunque, destinata però progressivamente a “sparire” nei prossimi anni.

Le famiglie numerose

Premiate, poi, le madri single il cui Isee potrebbe risultare molto basso e le famiglie numerose. Per queste ultime, infatti, è prevista una maggiorazione degli importi mensili dal terzo figlio in poi (da 85 a 15 euro in base al crescere dell’Isee) e una maggiorazione forfettaria di 100 euro mensili per tutte le famiglie con quattro o più figli. Dall’esempio in pagina si vede che con un Isee di 16mila euro, la famiglia con quattro figli vede aumentare il beneficio mensile da 828 a 941 euro.

I consulenti del lavoro, infine, ricordano che l’Isee con il quale debutterà l’assegno unico a marzo 2022 «avrà tra i suoi componenti i redditi relativi al 2020, ovvero percepiti durante un periodo emergenziale che non rappresenta una situazione di normalità», conclude Mancini.

Leggi gli esempi a cura della Fondazione studi dei consulenti del lavoro

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