Contenzioso

Negoziazione allargata alle liti di coppie di fatto in crisi e lavoro

Più possibilità di usare lo strumento per la soluzione stragiudiziale delle controversie con l’assistenza degli avvocati e in futuro anche dei consulenti del lavoro. Sì al gratuito patrocinio

di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei

Raggio d’azione più largo per la negoziazione assistita, che potrà essere utilizzata anche per risolvere le controversie relative ai figli delle coppie di fatto e in tema di lavoro. In quest’ultimo caso potrà coinvolgere, oltre agli avvocati, anche i consulenti del lavoro. E la procedura si aprirà pure ai meno abbienti, che potranno accedere al gratuito patrocinio.

Nata sette anni fa, la negoziazione assistita permette oggi di chiudere con un accordo stragiudiziale le liti che vertono su diritti disponibili, le separazioni e i divorzi. A prevedere l’estensione e l’aiuto economico è la riforma del processo civile, già approvata dal Senato e ora all’esame della commissione Giustizia della Camera (l’approdo in aula per il sì definitivo è previsto per fine novembre), che ha tra i suoi capisaldi il potenziamento delle procedure di Adr (alternative dispute resolution). È un disegno di legge delega: le norme dovranno essere attuate dai decreti legislativi da varare entro un anno, con l’eccezione della possibilità di usare la negoziazione per le crisi delle coppie di fatto, che si applicherà direttamente ai procedimenti avviati dal 180esimo giorno dopo l’entrata in vigore della legge.

Famiglie di fatto

Quello delle crisi familiari è l’ambito in cui la negoziazione assistita ha dato finora migliore prova di sé: secondo i dati del Consiglio nazionale forense (Cnf), nel 2021 oltre l’86% delle intese riguardano separazioni e divorzi. In futuro questo strumento potrà essere utilizzato anche dai genitori non sposati che si lasciano per regolare il mantenimento e l’affidamento dei figli minori, il mantenimento di quelli maggiorenni non economicamente autosufficienti e la modifica delle condizioni stabilite. Non solo: potrà essere usato per accordarsi sull’assegno di mantenimento chiesto ai genitori dal figlio maggiorenne non autosufficiente e sugli alimenti.

«La negoziazione deve diventare la via maestra nella risoluzione dei conflitti familiari. L’esclusione delle liti relative ai figli di coppie di fatto non aveva senso», afferma Daniela Giraudo, consigliera nazionale Cnf. La riforma «colma una lacuna - conferma Cinzia Calabrese, presidente dell’associazione degli avvocati di famiglia Aiaf - con un intervento che i legali chiedevano da tempo, perché era ingiusto escludere le coppie non sposate e i loro figli dalla negoziazione: uno strumento valido che permette di trovare la soluzione “su misura” per quella famiglia in tempi rapidi».

La riforma prevede altre due novità che incentivano la negoziazione: cancella il via libera del giudice quando gli accordi di divorzio prevedono un’una tantum anziché l’assegno mensile e permette di includere trasferimenti immobiliari, anche se solo con effetti obbligatori: per perfezionarli sarà necessario l’intervento del notaio. Per Giraudo, «sarebbe stato meglio eliminare il passaggio dal notaio, almeno per la casa familiare».

Lavoro

La riforma allarga la negoziazione anche alle controversie di lavoro, ma senza renderla condizione di procedibilità in giudizio. Le parti dovranno essere rappresentate dai loro avvocati e, se lo ritengono, anche dai consulenti del lavoro. «È una misura strategica che chiedevamo da tempo - dice Tatiana Biagioni, presidente degli avvocati giuslavoristi italiani (Agi) -. Oltre a ridurre il contenzioso consente a datori e lavoratori di negoziare accordi transattivi in tempi ridotti, evitando così di inasprire i conflitti».

La norma, spiega la presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro Marina Calderone, «riconosce la centralità della figura del consulente del lavoro rispetto alle dinamiche lavoristiche e nasce dalla vocazione deflattiva del contenzioso della nostra professione».

Le altre novità

La riforma punta poi a semplificare la procedura di negoziazione assistita: salvo diverse intese tra le parti, verrà usato un modello di convenzione messo a punto dal Cnf.

Incentiverà l’uso della procedura anche l’estensione del patrocinio a spese dello Stato: una misura «molto importante: elimina un discrimine odioso che non permetteva l’accesso ai meno abbienti », dice Giraudo.

Ma per il presidente dell’Unione delle Camere civili, Antonio de Notaristefani, «si sarebbe potuto fare di più: la riforma non porta in dote alla negoziazione gli incentivi fiscali previsti per la mediazione; né permette alle parti di scegliere su quale procedura di Adr puntare».

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