Contrattazione

Automazione e robot cambiano la formazione

di F. Gre.

Addetti alla produzione muniti di tablet, ingegneri sempre più orientati al lavoro in team e formazione continua focalizzata sulle innovazioni tecnologiche. La crescente automazione nelle fabbriche e l’utilizzo di cobot nelle aree produttive sta trasformando i percorsi di formazione e re-skilling nelle imprese. Comau, campione nazionale nella produzione di robot e linee automatizzate, ha un punto di vista privilegiato su questi processi. «Stiamo rivedendo il nostro catalogo delle competenze per rispondere alle nuove richieste di mercato e da settembre partiremo con un nuovo piano. Stiamo adeguando i nostri strumenti interni e vogliamo farlo con un approccio sempre più collaborativo, che coinvolga le persone e che sia in continua evoluzione» racconta Valeria Ricotta, responsabile per le attività di training in Comau.

La sempre maggiore presenza di robot nelle fabbriche come ha cambiato il vostro approccio?

«In un’azienda ingegneristica come la nostra la formazione tecnica e il forte orientamento alle materie stem è da sempre un bagaglio importante. In questa fase, che in Comau affrontiamo con la nostra visione HUMANfacturing – con l’uomo al centro della Fabbrica 4.0 e del processo produttivo caratterizzato dal ruolo crescente dei robot collaborativi – l’attenzione sulle soft skills sta diventando sempre più importante, anzi stanno diventando hard skill, determinando un grande cambiamento rispetto al passato. Parlo di competenze come la capacità di lavorare in team sempre più internazionali e multiculturali, della capacità di adattamento e di assumersi responsabilità».

Come funziona il modello di formazione in Comau?

«Il nostro sistema di formazione continua prevede una fase iniziale di inserimento in azienda con una formazione specifica focalizzata sul “saper fare”. Contiamo molto sul manager-istruttore che segue le risorse umane in maniera costante e strutturata sin dall’inizio, dall’inserimento in azienda. Abbiamo poi figure esperte per tecnologie specifiche. Periodicamente svolgiamo valutazioni per la mappatura delle competenze e costruiamo piani individuali di formazione per ogni addetto. A settembre partirà un nuovo e importante progetto di upskilling e reskilling alla luce dei cambiamenti in atto e del ruolo crescente delle tecnologie. Con una attenzione particolare, per esempio, alla logistica nell’automazione, che sta acquisendo una importanza crescente come fattore di competitività, in modo da attrezzare le nostre linee e i nostri robot per rispondere a questa esigenza di mercato».

Come collaborate con le aziende che acquistano i vostri robot?

«Abbiamo recentemente messo in piedi una nuova linea di business che si chiama Consultancy and Education che propone anche percorsi di formazione presso i clienti per personalizzare i percorsi in base alla tecnologia acquisita. Comau segue grossi impianti industriali soprattutto nel settore automotive, ma stiamo anche cercando di cogliere le esigenze delle società più piccole, in diversi settori, per interpretare e accompagnare il processo di introduzione in azienda di nuovi robot. Con la nostra Academy interna poi sviluppiamo i corsi per conseguire il patentino della robotica. Si tratta di una certificazione internazionale destinata agli studenti. Ad oggi, in Italia, circa 50 scuole utilizzano il robot e.DO per il rilascio del Patentino, che dall'inizio del progetto a fine 2020 ha coinvolto oltre 8mila ragazzi».

In un contesto di alta automazione quali sono i driver emergenti dal punto di vista della formazione?

«Sia che ci si occupi di sistemi che di robotica, centrale è l’ambito del software, cioè tutte le attività connesse alla programmazione e al controllo della macchina. Queste le competenze oggi assolutamente più richieste. I nostri addetti e in generale chi lavora ai nostri macchinari devono avere competenze evolute su questo fronte. In Italia esiste un gap di formazione tecnica e una carenza di profili professionali di questo tipo. Non è un caso che come Comau abbiamo avviato una collaborazione con diversi partner, tra cui ad esempio il Politecnico di Torino, con cui abbiamo sviluppato per diversi anni un master in Manufacturing 4.0. In questo settore c’è una vera e propria battaglia tra le aziende sui talenti presenti sul mercato. Noi cerchiamo di selezionare questi ragazzi già ad un anno dalla laurea».

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