Contrattazione

Il Pnrr fa crescere del 30% il lavoro dei cacciatori di teste

di C.Cas.

A dare impulso all’executive search in Italia, da un lato c’è l’interesse degli investitori nelle aziende del nostro paese, dall’altro il Piano nazionale di ripresa e resilienza, considerato un’occasione unica per le risorse da gestire e i progetti da realizzare. Simone Maggioni, ad di Eric Salmon in Italia, spiega che «il maxireclutamento generato dal Pnrr, annunciato e reso noto soprattutto nella Pa, riguarderà anche il privato. Avrà un suo specifico impatto nell’executive search dove, già ora, si vedono i primi segnali di un dinamismo determinato e influenzato dalle competenze richieste dal Piano a livello manageriale. Le ricerche sono in crescita a 2 cifre, tra il 20 e il 30%, ma l’aspetto su cui vale la pena soffermarsi non è quello quantitativo, bensì quello qualitativo». Sono molte le tematiche aperte dalle riflessioni innescate proprio dal piano e intrecciano le competenze, le funzioni delle persone e il tipo di leadership che devono avere. «C’è un ricambio generazionale a livello manageriale legato alle nuove competenze digitali che era presente già prima della pandemia e che ha subito un’accelerazione - dice Maggioni -. È un ricambio che parte dall’alto e tocca i consigli di amministrazione al pari degli amministratori che devono portare competenze nuove». In altre parole «non basta più soltanto la conoscenza di un determinato settore - continua Maggioni - ma la capacità, a livello strategico, di definire gli obiettivi, allineandola a tutto ciò che sta intorno: e cioè non solo gli stakeholder tradizionali (azionisti), ma molti altri aspetti che vanno dalla sostenibilità ambientale alle politiche di genere».

A questo proposito Simonetta Cavasin, partner di Eric Salmon che si occupa di consulenza sulla leadership aggiunge che «uno dei punti di partenza del Pnrr sarà il rafforzamento di tutta l’area dei sistemi tecnologici e digitali che trascinerà la ricerca sia dei profili più operativi che di quelli apicali con specifiche competenze. Il mercato ci sta sollecitando nella ricerca di direttori di sistemi di innovazione e di trasformazione digitale, con sfumature che possono essere diverse. Sempre più legati però a temi specifici». Un esempio? «La cyber security, solo per farne uno». Un altro ambito di significativo investimento è tutto il mondo delle infrastrutture «dove però spesso ritroviamo manager con una certa seniority anagrafica che non hanno coltivato i propri successori», aggiunge Cavasin. «Per individuarli oggi bisogna però avere orizzonti molto allargati, che arrivano sicuramente al di là dei confini nazionali perché ci sono molti manager, anche italiani, che stanno lavorando in altre parti del mondo e hanno fatto le esperienze che il mercato chiede. Sul tema del bacino secondo noi la sfida è globale». A questo si aggiunga che nelle candidature per realizzare i progetti del Pnrr verrà valorizzato anche il lavoro svolto in termini di diversity & inclusion, «che possiamo considerare l’altro grande tema su cui si concentra l’attenzione delle imprese. Un tema molto sfidante nelle ricerche perché in Italia non è affatto facile trovare donne che hanno certe competenze, per esempio STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr), più tipicamente legate al mondo maschile».

Laura Fabbro, partner di Eric Salmon anche lei impegnata nella consulenza sui temi della leadership, aggiunge il sempre maggiore rilievo del «tema della transizione energetica, una delle missioni del piano e un altro ambito su cui in termini di competenze ci sarà molto da fare per costruirne di nuove e riconvertire quelle che ci sono in settori affini. È quello che accade nel mondo dei biocarburanti, per esempio». È chiaro che siamo di fronte a una sfida che combina diversi aspetti per i manager: «Saper fare che attiene alla dimensione della leadership e saper gestire la transizione - dice Fabbro -. Si osserva la necessità di includere i potenziali stakeholder nella logica di una catena del valore quanto più ampia possibile e di ripensare l’azienda a monte per lo sviluppo di una leadership che pensa, agisce, si relaziona avendo davanti a sé quell’obiettivo nella dimensione di decidere, orientarsi al risultato di breve ma che non pregiudica quello di lungo periodo».

Gli investimenti della finanza internazionale «nelle realtà imprenditoriali di famiglia ci fa assistere all’intervento dei fondi di investimento che entrano nel capitale, in alcuni casi in minoranza, per accompagnare il processo di managerializzazione e di costruzione di una governance migliore, in altri casi in maggioranza con l’obiettivo di assumere il controllo dell’azienda – dice Maggioni -. Sono però molte le storie di aziende a capitale privato dove ci sono fondi che investono, con un approccio attivo per raggiungere obiettivi di medio lungo periodo. Questo modello a capitale misto, più italico, sembra anche essere più virtuoso. Certamente va detto che bisogna sempre partire dall’alto, dai consigli di amministrazione che hanno bisogno di essere internazionalizzati. Quelli che parlano inglese sono molto pochi e questo è un forte limite».

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