Previdenza

Adepp: giusto ampliare la platea Inpgi

di Federica Micardi

L’Adepp, l’associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti, condivide le preoccupazioni del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (si veda il Sole 24 Ore di ieri) sulla situazione dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, che subisce da molti anni le conseguenze della grave crisi dell’editoria. L’Adepp - si legge in un comunicato di ieri - «auspica che il Governo intervenga con urgenza nella direzione indicata proprio dal sottosegretario Durigon, quella di un allargamento della platea dei contribuenti all’Inpgi che consentirebbe all’ente di riportare i propri conti in sicurezza. Questa soluzione non solo garantirebbe all’Inpgi di restare autonomo e continuare a svolgere la propria funzione istituzionale nell’ambito del sistema previdenziale, ma sarebbe anche un giusto riconoscimento delle profonde trasformazioni che il mondo delle professioni sta attraversando e che devono poter trovare rappresentazione e tutela nella previdenza».

L’Inpgi risente della crisi del settore, che oramai va avanti da anni e non sembra dare cenni di ripresa. Anzi. Se altre categorie professionali stanno registrando un’inversione di tendenza lo stesso non si può dire del giornalismo, che paga non solo la crisi economica ma anche una rivoluzione del sistema dell’informazione.

Continua il calo di contributi versati perché continuano le uscite per pensioni o licenziamenti. «Attualmente - racconta la presidente Inpgi Marina Macelloni - ci sono 7mila colleghi assistiti dagli ammortizzatori sociali» su un totale di 15mila professionisti che versano regolarmente i contributi. Ma non è tutto: «In cinque anni - aggiunge Macelloni - non solo si sono persi più di 3mila posti di lavoro, ma la spesa per gli ammortizzatori sociali è cresciuta del 58 per cento».

Di fronte a un tale “esodo” il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte - applicato dal 2017 - e il passaggio al contributivo non sono stati sufficienti a salvare i conti dell’istituto. «L’allargamento della platea - commenta Marina Macelloni - è una soluzione che consente si ritrovare la stabilità dei conti ma soprattutto ci aiuta a rappresentare meglio la professione. Perché oggi non si è ridotta la domanda di informazione, anzi, è addirittura aumentata, ma passa attraverso canali che non sono più solo quelli tradizionali, per cui ha anche senso che la cassa di previdenza per rimanere al passo con i tempi accolga queste nuove professionalità». Che andrebbero se “dipendenti” nella gestione principale, altrimenti nella gestione separata (Inpgi 2).

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