Previdenza

Per le donne uscita possibile a 58 o 59 anni compiuti nel 2021

di Matteo Prioschi

Per effetto dell’ulteriore proroga contenuta nell’articolo 26 del disegno di legge di Bilancio 2026, le lavoratrici che entro il 2021 matureranno almeno 35 anni di contributi e almeno 58 anni di età, se dipendenti, o 59, se autonome, potranno accedere alla pensione. La cosiddetta opzione donna resta quindi disponibile per un altro anno e, in base alla relazione tecnica al Ddl, potrebbe interessare circa 29.500 lavoratrici che entro il mese di dicembre raggiungeranno i requisiti.

L’opzione, sulla carta, consente un considerevole sconto rispetto al requisito principale della pensione di vecchiaia (67 anni di età) o quello dell’anticipata (41 anni e dieci mesi di contributi). Tuttavia si deve tener presente che tra la maturazione del diritto e la decorrenza della pensione si applica una finestra di 12 mesi alle lavoratrici dipendenti e di 18 mesi alle autonome. Se tale arco di tempo viene lavorato (per non rimanere senza reddito) nei fatti le dipendenti vanno in pensione non prima dei 59 anni di età e le autonome non prima dei 60 e mezzo. L’analisi di quanto avvenuto negli anni scorsi evidenzia che l’anticipo medio effettivo rispetto alla pensione di vecchiaia è ancora più contenuto e pari a 52 mesi per le dipendenti e a 47 mesi per le autonome.

Opzione donna comporta che l’importo dell’assegno sia calcolato interamente con il sistema contributivo, anche se per anzianità previdenziale si avrebbe diritto a quello misto. Questo aspetto comporta una riduzione del valore della pensione che però incide sempre meno, dato che la quota teorica di pensione retributiva si riduce sempre più man mano che ci allontaniamo dal 1996, anno da cui il metodo contributivo sostitusce il retributivo.

L’altro elemento che incide sull’importo è il coefficiente di trasformazione del montante, che è meno favorevole se ci si pensiona prima (quindi a 60-62 anni invece che a 67). Terzo elemento, non si versano anni di contributi. A fronte di tutto ciò, il valore medio delle pensioni liquidate in regime di opzione donna negli ultimi tre anni è stato di 1.100 euro mensili lordi per le dipendenti del settore privato, 800 per le autonome, 1.250 nel settore pubblico.

Chi lavora nel comparto scolastico o nell’alta formazione dovrà fare domanda entro il 28 febbraio 2022 per accedere al pensionamento all’inizio del prossimo anno scolastico.

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