Mascherine al chiuso fino al 15 giugno
La mascherina non ci abbandonerà almeno fino al 15 giugno. Dovremo continuare a portacela dietro per salire su un autobus, sulla metro, su un treno, un traghetto o un aereo. Dovremo continuare a coprirci bocca e naso anche per entrare in un cinema, un teatro o per ascoltare un concerto in un locale o assistere a un evento sportivo in un palazzetto al chiuso (allo stadio non servirà), così come per andare a visitare un parente in un ospedale o in una residenza per anziani. Ancora obbligo di mascherina fino alla fine dell’anno scolastico - e quindi fino a giugno - anche per gli studenti di tutti gli ordini e gradi dai sei anni in su, (anche se per i bambini di sei anni che frequentano la materna non ci sarà più obbligo). Ecco le attese regole contenute nell’ordinanza “ponte” firmata ieri sera dal ministro della Salute Roberto Speranza e contenute anche in un emendamento al decreto Riaperture del 24 marzo su quello che rappresenta l’ultimo strumento simbolo della lotta al Covid: la mascherina. Che dal 1° maggio servirà ancora in tutti i luoghi al chiuso citati, mentre in tutti gli altri potremo abbandonarla: dai negozi, ai ristoranti fino ai supermercati. Anche se continuerà a essere raccomandato indossarla, sempre fino al 15 giugno. L’ordinanza infatti prevede che è «comunque raccomandato indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico». Compresi dunque i luoghi di lavoro, anche se qui è necessario chiarire meglio: per il settore privato ci sarà un incontro il 4 maggio tra imprese e sindacati per decidere il destino dei protocolli anti Covid e quindi anche della mascherina. Fino a quel momento resterà in vigore l’obbligo di indossarla - basta anche la chirurgica - in base agli attuali protocolli. Dopo si potrebbe passare anche a una mera raccomandazione, con la “libertà” per le singole aziende di trasformare a loro volta la raccomandazione in obbligo. Per gli uffici pubblici e per tutta la Pa è invece già pronta una circolare del ministro Renato Brunetta indirizzata a tutti i responsabili delle singole amministrazioni nella quale saranno indicati i criteri base di prevenzione e protezione sanitaria cui attenersi e che ispirandosi proprio all’ordinanza di Speranza raccomanderà il ricorso alla mascherina lì dove ci sono uffici aperti al pubblico e dove comunque il distanziamento non può essere assicurato.
La questione della mascherina al lavoro dunque potrebbe riservare ancora qualche novità nei prossimi giorni, in vista dell’appuntamento del 4 maggio tra le parti sociali. Anche perché non tutte le associazioni di categoria potrebbero pensarla allo stesso modo: la linea generale è quella di tenere la mascherina fino a giugno nei luoghi di lavoro, ma i distinguo non mancano. A esempio la Fipe che rappresenta il mondo di bar, ristoranti, pizzerie e locali è d’accordo nel «raccomandare il suo impiego tra i lavoratori anche perché può rappresentare un segnale di attenzione per i clienti, ma - avverte Roberto Calugi direttore generale Fipe - non siamo convinti che serva ancora un obbligo vero e proprio».
Se l’addio definitivo alla mascherina è dunque rimandato possiamo invece dimenticarci del green pass: sia nella versione base (ottenibile anche con il tampone) che nella versione “super” (vaccino o guarigione). Il certificato verde che ha fatto da lasciapassare in tutti questi mesi per continuare a fare vita sociale e lavorare non servirà più. In pratica l’accesso diventerà libero ovunque. Anche se resistono alcune importanti eccezioni: per le visite in ospedale e nelle Rsa sarà necessario esibire il super green pass fino al 31 dicembre. Da non dimenticare che in base alle regole ancora vigenti il green pass è necessario ancora per viaggiare all’estero. Ieri tra l’altro il ministro Speranza ha anche firmato un’altra ordinanza che proroga al 31 maggio le misure per gli arrivi dall’estero: continuerà a bastare anche un tampone per entrare in Italia oltre che il pass da vaccinazione o guarigione. La novità però è l’abolizione dell’obbligo per i turisti di compilare prima di imbarcarsi anche il «passenger locator form», il modulo utilizzato dalle Autorità Sanitarie per i viaggi.
Sempre sul fronte lavoro, fino al 30 giugno, nel settore privato, è possibile l’uso della procedura semplificata di comunicazione del lavoro agile, ossia senza l'accordo individuale tra datore e lavoratore. Con un emendamento al Dl Riaperture approvato ieri sera è stata prorogato al 30 giugno anche il diritto allo smart working per tutti i lavoratori fragili. Prorogato, inoltre, il diritto allo smart working anche per i genitori di figli con fragilità, nonché, fino al 31 agosto, la modalità di comunicazione semplificata per lo smart working per tutti i lavoratori del settore privato.
Sul fronte degli obblighi vaccinali non cambia invece nulla. L’obbligo di vaccinazione resterà infatti in vigore fino al 15 giugno per insegnanti e personale scolastico, forze dell'ordine e in generale tutti i cittadini dai 50 anni in su (pena multa di 100 euro). Anche per queste categorie cessa ad ogni modo dal 1° maggio l'obbligo di green pass base (in vigore fino al 30 aprile) per lavorare.
Il vaccino continuerà a essere obbligatorio fino al 31 dicembre soltanto per i medici, infermieri, personale sanitario e delle Rsa. E solo per loro la vaccinazione costituirà fino ad allora requisito essenziale per lo svolgimento delle attività lavorative.
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