Rapporti di lavoro

Sicurezza sul lavoro, stretta sulle sanzioni

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

È in arrivo un rafforzamento delle sanzioni previste dal Testo unico su salute e sicurezza del lavoro: la sospensione dell’attività d’impresa scatterà più facilmente. In caso di gravi violazioni in materia di sicurezza, l’interruzione sarà operativa già al primo rilievo, e verrà eliminata la recidiva. Inoltre si ridurrà l’attuale 20% di soglia di lavoratori in nero, che in caso di ispezione determina la temporanea cessazione d’attività (è ancora oggetto di valutazioni dove portare l’asticella, si potrebbe dimezzare la soglia al 10%). Si ipotizzano anche sanzioni penali in caso di sfruttamento della manodopera di persone in grave difficoltà, ridotte in stato di soggezione.

Sono alcuni dei principi contenuti nella bozza oggetto di studio da parte dei tecnici del ministero del Lavoro e di Palazzo Chigi che verrà portata la prossima settimana in consiglio dei ministri; il veicolo normativo potrebbe essere il Dl fiscale (si riflette se sia lo strumento giusto). Insieme alle sanzioni si rafforza l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) che allarga le sue competenze e l’organico che attualmente è di 4.500 dipendenti (tra ispettori e personale amministrativo). Ieri è partito il concorso per 300 funzionari amministrativi bandito prima dell’emergenza Covid, mentre a metà ottobre dovrebbero essere banditi altri 822 posti (di cui 691 ispettori). In aggiunta il Pnrr prevede ulteriori 2.100 assunzioni all’Inl, per un totale di circa 3.200 nuovi ingressi. «Entro fine anno ne saranno assunti 1.200» ha annunciato il ministro Orlando.

Tra le ipotesi c’è anche quella di affidare all’Ispettorato il coordinamento della vigilanza sulla sicurezza, affidato alle Regioni e di uniformare una serie di competenze dell’Inl a quelle delle Asl. Altro passaggio importante è rendere interoperabili le banche dati dei diversi soggetti che si occupano di sicurezza, ovvero Inl, Inail, Inps e Asl. Si punta alla creazione di una banca dati centrale per rendere controlli e sanzioni più efficaci evitando sovrapposizioni, e superando le resistenze delle varie amministrazioni. Si prenda il caso della sospensione d’attività per gravi violazioni che attualmente scatta in caso di recidiva nel quinquennio precedente; con le banche dati che non dialogano, viene spiegato dall’esecutivo, e il registro non operativo, di fatto è assai difficile poter applicare questa sanzione.

L’impegno ad approvare presto nuove norme è stato preso dal premier Mario Draghi con i sindacati nell’incontro sulla sicurezza che si è svolto lunedì a Palazzo Chigi. Il leader della Cgil, Maurizio Landini ieri ha preannunciato assemblee nei luoghi di lavoro, se tarderanno le nuove norme. Ma il ministro Orlando nel confermare il timing delle nuove misure per la prossima settimana, ha parlato di «norme che individuino sanzioni più tempestive per imprese che non rispettano le regole, che facilitino la possibilità di raccogliere i dati per chi compie violazioni». Si ipotizza anche di rafforzare le commissioni bilaterali tra aziende e sindacati sui controlli e la prevenzione all’interno delle imprese. Per Confindustria più che partire con meccanismi punitivi ex post, occorrerebbe agire ex ante, prima degli incidenti, puntando su prevenzione, formazione e collaborazione in azienda, garantendo la tutela a chi segnala rischi e malfunzionamenti dei dispositivi di sicurezza.

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