Rapporti di lavoro

Mascherine, cresce il giudizio del medico

di Aldo Bottini

Il protocollo anti Covid negli ambienti di lavoro, aggiornato al 30 giugno, afferma che la mascherina Ffp2 rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio negli ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile, per il tipo di attività, il distanziamento interpersonale di un metro.
Se ne deduce in primo luogo che la mascherina chirurgica non è più considerata un mezzo di protezione sufficiente. Tanto che viene espressamente sancito che il datore di lavoro deve assicurare la disponibilità di mascherine Ffp2 «al fine di consentirne a tutti i lavoratori l'utilizzo». Quindi un primo obbligo a carico del datore di lavoro consiste nell'acquistare in numero sufficiente e rendere disponibili a tutti i lavoratori le mascherine Ffp2.
Si aggiunga che la sottolineatura dell'importanza di questo tipo di protezione ai fini della tutela della salute implica che il datore di lavoro, in ottemperanza al generale dovere previsto dall'articolo 2087 del Codice civile, oltre a distribuire le mascherine, si faccia carico di raccomandarne l'utilizzo nelle situazioni menzionate dal protocollo, fornendo ai dipendenti apposite informazioni e indicazioni. In questo si può ravvisare un parallelismo con le indicazioni contenute nella circolare 1/2022 del ministero per la Pubblica amministrazione, espressamente richiamata nelle premesse del protocollo stesso. Ma non è tutto qui.
Il datore di lavoro è chiamato a individuare, su specifica indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, particolari gruppi di lavoratori che, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi, dovranno obbligatoriamente indossare le mascherine Ffp2, con particolare attenzione ai soggetti fragili. Analoghe misure dovranno essere adottate nel caso in cui si verifichi un focolaio infettivo in azienda.
Il che in pratica significa che il datore di lavoro, nell'ambito del suo dovere di tutela, dovrà recepire le valutazioni del medico competente (o del Rspp), effettuare una valutazione sulla necessità che per determinati gruppi di lavoratori (o per determinate situazioni) rimanga l'obbligo di indossare la mascherina (Ffp2), in particolare laddove non sia possibile mantenere il distanziamento.
L'accenno ai lavoratori fragili, per i quali il protocollo peraltro auspica la proroga al 31 dicembre 2022 della disciplina protettiva, suggerisce di mantenere nei loro confronti l'obbligo di indossare la mascherina. Per le medesime ragioni, l'obbligo dovrà essere previsto per la gestione di un focolaio. In sostanza, quindi, per le mascherine si passa da un obbligo generalizzato a una gestione flessibile dell'utilizzo, che rimane sempre raccomandato e può essere reso obbligatorio in determinate situazioni.

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