Rapporti di lavoro

Formazione professionale, accordo giuslavoristi e consulenti del lavoro

di Mauro Pizzin

I professionisti faranno sempre di più gioco di squadra sul fronte della formazione. L’esempio viene dall’accordo firmato ieri a Trieste tra l’Agi e la Fondazione studi consulenti del lavoro durante la prima giornata del Convegno nazionale degli Avvocati giuslavoristi italiani (nella foto Tatiana Biagioni, presidente Agi e Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro). L’evento, a cui hanno preso parte oltre 600 iscritti, ha ricevuto dal presidente Mattarella la medaglia di Rappresentanza del Capo dello Stato, riconoscimento attribuito a iniziative di particolare interesse culturale, scientifico, artistico o sociale. L’intesa, di durata triennale, impegna le parti a collaborare per la realizzazione di studi, ricerche e formazione per gli iscritti di entrambe le categorie professionali, con l’obiettivo di accrescere le loro competenze.

Soddisfazione per l’accordo è stata espressa dall’avvocata Tatiana Biagioni, presidente dei giuslavoristi, che ha ricordato come l’Agi abbia da sempre puntato su una formazione costante e di livello. «In quest’ottica – ha detto - abbiamo varato una scuola di Alta formazione e definito accordi di collaborazione con importanti atenei italiani». «L’accrescimento delle competenze è un nostro obiettivo costante - ha sottolineato il presidente della Fondazione studi, Rosario De Luca – ricordando che nel 2021 sono stati erogati agli iscritti oltre 275mila ore di formazione, con più di 102mila presenze registrate ai diversi corsi. L’accordo con l’Agi sarà utile per un ulteriore ampliamento dell’offerta».

La prima giornata del convegno ha avuto al centro il mondo delle professioni sia sul fronte delle aggregazioni tra avvocati, oggetto di una tavola rotonda intitolata “La ripartenza della professione e le nuove forme di aggregazione ed integrazione” (in cui si è fatto il punto su associazioni professionali e Sta), sia sui rapporti tra professionisti diversi analizzati nella tavola rotonda “La ripartenza e le professioni: esperienze a confronto”.

«Stavolta partiamo dalle professioni – ha detto Biagioni – per confrontarci sul loro futuro e capire come affrontarlo. È sempre più importante fare rete tra professionisti e gli studi multidisciplinari sono un’opportunità, se non una necessità». «I professionisti dell’area economica giuridica – ha detto a sua volta Marina Calderone, presidente dell’Ordine nazionale dei consulenti del lavoro – hanno la capacità di toccare con mano i problemi reali del Paese, a cui in questi anni di pandemia hanno fatto da stampella. Considerando che le nostre strutture saranno sempre più complesse, è evidente che le aggregazioni devono diventare molto più ampie. Noi, ad esempio, non svolgiamo nel processo del lavoro il ruolo dell’avvocatura, agendo nel pre-contenzioso, ma poi se si arriva in tribunale dobbiamo avere un collega avvocato con cui interagire».

Per la commercialista Cristina Costantino, presidente del Comitato scientifico Odcec Area lavoro, come Marina Calderone ospite del convegno, «l’Italia forse soffre di nanismo non solo nelle imprese, ma anche nelle professioni e questo rende auspicabile la complementarietà delle professioni anche nell’area economico-giuridica».

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